Albumi montati si albumi montati no! Cerchiamo di dare una risposta a questo annoso dilemma.

L’interessante discussione, nata su come si prepara il Tiramisù, mi ha incuriosita a tal punto da approfondire l’argomento.

Albumi montati si, albumi montati no????

Per rispondere a questa domanda ho iniziato a fare delle ricerche e quello che ho scoperto, ve lo racconterò in questo articolo!

Il TIRAMISU’, o come detto in dialetto veneto “TIRAME SU”, nasce intorno al 1960 in Veneto, per la precisione a Treviso, dove i tuorli d’uovo erano sbattuti insieme allo zucchero fino a formare una corposa spuma. Questa veniva mescolata alla panna montata o al mascarpone, prodotto caseario tipico del nord Italia. La crema corposa e setosa così ottenuta era servita con biscotti tipici di quella regione, i baicoli.

Era un alimento molto energetico, destinato a grandi e piccini, utile a dare una sferzata di energia alle lunghe giornate lavorative.

Come tutte le idee geniali, anche il tiramisù è nato dall’alchimia tra il caso e l’arte culinaria. Il tiramisù nasce nella sua forma definitiva dalla collaborazione tra chi ha avuto l’idea illuminante e chi la ha saputa elaborare in forma sublime, per farne un monumento nazionale. La sua storia è presto detta!

La signora Alba Campeol, all’epoca proprietaria del ristorante Le Beccherie di Treviso, raccontava che sua suocera, per aiutarla a riprendersi dopo il parto, le preparava una squisitissima crema a base di tuorli sbattuti con lo zucchero a cui aggiungeva del mascarpone . Un giorno, in cui la stanchezza si faceva sentire più del solito, vi aggiunse un caffè espresso per tirarsi un po’ su ( Per l’appunto il famoso “tirame sù” in veneto). Penso che il risultato di questo incontro tra crema al mascarpone e caffè sia stata così folgorante da averle dato una vera sferzata di energia, da cui ha avuto origine un connubio ineguagliabile . Infatti, giunta al ristorante, la signora Alba parla e si confronta con il maestro pasticcere del suo ristorante, Roberto Linguanotto.

Anche lui, sicuramente, rimase estasiato da questo incontro di sapori e fu lui ad avere l’idea di comporre i vari elementi nel modo in cui li conosciamo oggi: strati di crema al mascarpone alternata a biscotti croccanti inzuppati nel caffè e a far da chiusura un ultimo strato di crema al mascarpone spolverizzato con cacao amaro.

La sua fama si diffuse così velocemente, che di lì a poco l’Accademia Italiana della Cucina organizzò un convegno in quel locale, consegnando alla storia un dolce che oramai fa parte della storia della pasticceria italiana.

E’ stata Lidia Bastianich, istriana d’origine, a servirlo per prima nel suo ristorante a New York nel 1981, quando gli ingredienti iniziarono ad arrivare anche in America, contribuendo alla sua diffusione anche oltreoceano.

Purtroppo ne il nome tiramisù ne la sua ricetta furono brevettate, cosicché non ne abbiamo una versione originale ed ufficiale, ma una infinità di varianti, dalle più corpose alle più light. Comunque sta di fatto che questo dolce ha conquistato tutti e riesce ad essere apprezzato in tutte le sue infinite forme.

Tiramisù

Quindi, tirando le somme, non c’è dubbio che molto probabilmente la prima versione del tiramisù fosse “senza albumi montati”, ma alla fine dei conti quello che conta è il risultato ed una indubbia soggettività legata al gusto di ognuno di noi.

Eccovi la ricetta!

TIRAMISU’

  • 100g zucchero
  • 4 tuorli
  • 450g mascarpone a temperatura ambiente
  • 30 savoiardi
  • 350ml caffè espresso zuccherato
  • cacao amaro

Montare i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto leggero e spumoso. Incorporare il mascarpone.

Inzuppare la metà dei savoiardi nel caffè e disporli in una pirofila in un unico strato.

Distribuire metà della crema sui savoiardi.

Inzuppare gli altri biscotti e disporli a formare un secondo strato.

Spalmare la rimanente crema a formare un secondo strato.

Cospargete con abbondante cacao amaro e riponete in frigo per 3-4 ore

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