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Quando andate in pasticceria e vi sistemano i dolci nel tipico vassoio, generalmente dorato… sapete cosa stanno adoperando?
Il nome tecnico di quel vassoio è CABARE’! Quindi state prendendo un cabarè di dolci… più comunemente nota come guantiera dalle nostre parti, nel meridione. (detta guantiera perchè molto simile ai vassoi in cui anticamente si poggiavano i guanti, quando si andava in qualche posto).
Italianizzazione del termine francese Cabaret. Sta ad indicare sia un tipo di vassoio, usualmente adoperato per trasportare i piccoli dolci detti mignon che un luogo di ritrovo.
Il vassoio può essere di diverse dimensioni e materiali, andando dall’argento e finendo al cartone, a seconda dell’uso che se ne deve fare. Può avere forma ovale, rotonda o quadrangolare, ma caratteristica importante sono i bordi bassi.
Per quanto riguarda il famoso luogo di ritrovo “Cabaret”, la storia è un pò più lunga, ma interessante e sempre legata al cibo.
Inizialmente la parola Cabaret stava ad indicare una taverna o un piccolo spaccio di vini e liquori in cui venivano serviti anche i pasti (XIII sec.). La parola Cabaret deriva dal piccardo “cambrette”, letteralmente “piccola camera”. Successivamente con il trascorrere del tempo la stessa parola passò ad indicare luoghi di ritrovo mondani e prevalentemente notturni, dove, insieme alle consumazioni, il pubblico poteva assistere a spettacoli di vario genere dal musicale al poetico e al teatrale. Una via di mezzo tra lo spettacolo e l’intrattenimento.
Caratterizzato da spirito d’avanguardia e anticonformismo, il Cabaret si distingue da altre manifestazioni affini per il servizio al tavolo delle consumazioni, che è parte integrante dello spettacolo.
In Italia il Cabaret si diffonde nella seconda metà del Novecento dopo la fine della seconda guerra mondiale, sempre con spettacoli dal vivo ma per lo più con un carattere comico-satirico.

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