Cuccìa (pag. 51)
«E…»
«E questa» lo prevenne divertita la cuoca, «è la cuccìa, grano della Terra di Lavoro lessato e condito con mosto, mandorle, acqua millefiori, marmellata di arance e cannella, accompagnato da una cassatina di mosto cotto. Meno delicato della pastiera ma… chiù bbuon’assaie!»
Hans Tuzzi
Casta diva.
Ed. Bollati Boringhieri, 2015
La cuccìa è un dolce tipico siciliano, a base di grano bollito e ricotta di pecora o crema di latte bianca o al cioccolato. Viene guarnito con zuccata, cannella pezzetti di cioccolato e scorza di arancia grattugiata, ed è tradizionalmente preparato e consumato in occasione della festa di Santa Lucia (13 dicembre). È una tradizione in particolare del palermitano e del siracusano, diffusa nel resto della Sicilia. La variante del trapanese consiste nel consumare il frumento bollito con ceci e fave anch’essi bolliti semplicemente con il cosiddetto “mosto cotto“, un dolcificante che altro non è che il mosto reso infermentescibile che viene cotto ad oltre 100 °C, fino alla riduzione a circa 1/6 del volume originario e alla caramellizzazione.
A Caltanissetta la cuccía viene consumata non dolce, ma come pietanza salata. Viene preparata come una minestra di grano cotto, ceci lessati e condita con sale, pepe e olio extravergine d’oliva novello e servita calda.
Un dolce molto simile viene preparato e consumato sempre in occasione della festa di S.Lucia nella città calabrese di Paola, un tempo feudo di Fuscaldo di cui la santa siciliana è patrona
Una versione lucana della Cuccìa l’ho ritrovata in un vecchio ricettario, ne allego la foto