Storia, pregi e virtù di una pianta antichissima

Cichorium intybus, Fam.: Asteraceae

LE ORIGINI

La Cicoria è utilizzata fin dall’antichità; viene menzionata per la prima volta all’interno di un papiro egiziano contenente un trattato medico che risale più o meno al 1550 a.C.. È una pianta diffusissima e tra le erbe spontanee è forse quella che può vantare un posto di primato per il suo utilizzo. Secondo alcuni il termine Cichorium deriva dal greco Kichora, che significa andare per campi, proprio perché chi la cerca, la trova spesso nei campi incolti. Anche Galeno, medico greco, chiamava la cicoria ”amica del fegato”, mentre Orazio, poeta latino, consigliava nei suoi Carmina di consumarla insieme alla malva per mantenere in forma e salute il corpo (Me pascunt olivae, me cichorea levesque malvae – “A me bastano, per nutrirmi,  un po’ di olive,  di cicoria e di malva fresca.”).

Nella tradizione popolare è stata sempre molto apprezzata, per le sue proprietà terapeutiche, non solo per il suo utilizzo in cucina; era usanza, ad esempio, porre la cicoria sotto il corpo delle partorienti come antidolorifico. Di ciò se n’è avuto riscontro in uno studio in vivo (Renée A. Street et al., 2013), in cui tra le tante proprietà evidenziate, vi è anche quella di analgesico. Quindi le tradizioni popolari sono spesso veritiere, poiché il loro affermarsi deriva da esperienze di vita.

Da evidenziare anche i poteri magici che le venivano attribuiti. Qualcuno racconta, infatti, che se raccolta il giorno di San Pietro e Paolo, solo in quel giorno avrebbe potuto essere adoperata come talismano, utile ad eliminare il malocchio e allontanare gli spiriti malvagi; mentre nella tradizione tedesca era conosciuta come erba del sole e considerata simbolo di rinascita spirituale.

La cicoria è una pianta erbacea perenne, facilmente riconoscibile grazie alle foglie e ai fiori tipici, il cui colore è generalmente azzurro. Si presenta con foglie ruvide al tatto e con una radice a fittone. Questa pianta cresce ovunque, ma solitamente la si nota lungo i margini delle strade o nelle crepe dei muri o nei campi incolti. Oltre che adatta all’alimentazione umana è adoperata anche come foraggio per il bestiame, per il suo effetto antielmintico.

Esistono numerose varietà di cicoria ed è largamente coltivata nel mondo, come la Catalogna, la cicoria belga, pan di zucchero e vari tipi di radicchio.

È ricchissima di PRINCIPI ATTIVI. Nella radice possiamo trovare fibre alimentari ( Inulina, un composto prebiotico, utile alla crescita dei batteri buoni presenti nel microbiota intestinale e adoperata anche come edulcorante) e composti amari; nelle foglie sono presenti Flavonoidi, Cumarine e Acido cicorico. L’intera pianta contiene cicorina, principi amari (lattucina e lattucopicrina), acidi cicoresico e cicorico, inulina, levulosio, sostanze tanniche e resinose, vitamine e microelementi (zinco, rame, sodio, potassio, magnesio, calcio, ferro, manganese).

PROPRIETA’

Oltre ad essere usata in ambito alimentare, la cicoria viene ampiamente adoperata a livello curativo come fitoterapico. Infatti, essa vanta numerose proprietà benefiche in tutte le sue componenti: radice, foglie e semi. Anche la cicoria coltivata ha proprietà analoghe a quella selvatica, ma più blande.

La cicoria è una pianta amaro-tonica con proprietà digestive, depurative, diuretiche, blandamente lassative, ipoglicemizzanti, antiossidanti, stimolanti le funzioni epatico-biliari. Nella medicina popolare era indicata per la cura dei calcoli biliari, nei dolori reumatici, per la gotta e nelle parassitosi intestinali.

Poiché, nei test di tossicità, risulta non essere irritante, le sue proprietà possono essere sfruttate sia in età geriatrica che pediatrica. Infatti, a tal proposito è utile sia in casi di stitichezza che di inappetenza.

Utile nelle turbe digestive: stimola la produzione di bile e il suo smaltimento, è diuretica e digestiva. Tutte queste sue caratteristiche, oltre la sua ricchezza in fibre, la rendono un valido alleato nei regimi dimagranti, 100g apportano solo 17 Kcal. Studiate anche le sue proprietà ipoglicemizzanti per il trattamento del diabete.

Come fitoterapico se ne prevede il suo uso in infuso, decotto o succo fresco delle sole parti aeree.

La letteratura scientifica non segnala effetti secondari tossici a dosaggi terapeutici. L’unica attenzione è da rivolgere a tutti quei soggetti ipersensibili alle Asteraceae che potrebbero sviluppare reazioni cutanee di tipo allergico.

IN CUCINA
In cucina si adopera la pianta giovane, le foglie della rosetta basale non troppo amare, come potrebbero essere quelle della pianta adulta. Vengono consumate crude o cotte. Comunemente ripassata in padella con aglio, olio e peperoncino; ideale anche per farcire pizze e torte rustiche. E’ ottima anche semplicemente lessata per 10-15 min e condita con olio e limone, ottenendo così la cicoria all’agro. La ricetta più comune per la cicoria e che permette di apprezzarne a pieno il suo sapore amarognolo, soprattutto nel caso della cicoriella selvatica, è con il purè di fave. Un piatto della tradizione dell’Italia meridionale.

Cicorielle con la favetta e peperone crusco

Il suo sapore amaro si pone gradevolmente in contrasto con quello dolciastro dei legumi, ma accompagna degnamente anche stufati di carne in umido. Ne è un esempio la nostra Pignata (carne di pecora che nella tradizione lucana veniva cotta nel camino in una giara di terracotta, appunto la Pignata, con ortaggi e verdura di vario genere e sigillata con pasta di pane come coperchio). La lenta cottura avveniva con il calore del camino; infatti la Pignata veniva posta al lato della fiamma dalla mattina, e veniva servita la sera, rispettando quelli che erano i ritmi del lavoro nei campi. Fornendo in tal modo un pasto completo e sostanzioso dopo una giornata di duro lavoro, in cui si era mangiato un pasto leggero per poter lavorare più velocemente.

La cicoria giovane può essere anche mangiata cruda in insalata, mentre quella più sviluppata deve essere necessariamente cotta e, per facilitarne la cottura, conviene tagliarla a tocchetti trasversali in modo tale da rompere anche le fibre più dure. I fiori, essendo eduli, possono essere adoperati per decorare piatti di qualunque tipo.

Per tutte le altre ricette bisogna ricordare sempre di pre-lessarla, ma per un tempo inferiore, circa 8 minuti, tenendo conto del fatto che la cottura continuerà in un secondo passaggio.

Anche la radice può essere consumata. Si raccoglie in autunno e dopo essere stata lavata e raschiata può essere mangiata cruda o cotta, in zuppe, minestroni o creme.

 In passato, a causa delle carestie, la radice della cicoria veniva essiccata e adoperata per ottenere una bevanda simile al caffè. L’utilizzo di questo simil caffè oggi viene sfruttato per i suoi effetti blandamente lassativi. Inoltre, le sostanze amare presenti nella radice della cicoria sono in grado di antagonizzare le proprietà stimolanti della caffeina; infatti, nel nord Europa è diffusa l’abitudine di mischiare caffè con caffè di cicoria per attenuarne l’effetto stimolante.

 Il caffè di cicoria è naturalmente privo di caffeina ed è ricco di composti fenolici, tra cui l’acido caffeico, che è in grado di inibire in vitro l’aggregazione piastrinica e l’attività di citochine pro-infiammatorie. Infatti, in uno studio condotto nel 2011, 27 volontari sani hanno assunto 300 ml di caffè di cicoria giornalmente per una settimana e dallo studio è emerso che i componenti del caffè di cicoria manifestano potenziali effetti antinfiammatori e antitrombotici (Schumacher et al.,2011)

La cicoria può essere quindi presa in considerazione come un grande alleato per la nostra salute.

Fonti

  1. Ritorno alle radici – Le piante spontanee per l’alimentazione e la salute S. Di Massimo/M. Di Massimo Aboca-2015
  2. 200 Piante che fanno bene Red!-2014
  3. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Enrica Campanini, Tecniche nuove-2013
  4. Chycorium Intybus: Traditional eses, Phiyochemistry, Pharmacology and Toxicology Reneè A. Street, J. Sidana and G. Prinsloo – 2013
  5. Medical importance of Chicorium intybus – a review Prof. Dr Ali Esmail Al-Snafi OSR Journal of Farmacy-2016
  6. Grande enciclopedia della gastronomia Marco Guarnaschelli Gotti Mondadori Oscar Saggi 2020
  7. CREA Alimenti e nutrizione https://www.alimentinutrizione.it
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