Il banchetto degli Hobbit
Dopo tanti viaggi, accampamenti e giorni trascorsi nelle solitarie zone selvagge, quel pranzo parve agli Hobbit un banchetto: bere un vino giallo pallido, fresco e fragrante, mangiare pane e burro, e carni salate, e frutta secca, e del buon formaggio rosso, con mani e posate pulite e da piatti puliti. Né Frodo né Sam rifiutarono nulla di ciò che venne loro offerto, e si servirono non due ma ben tre volte. II vino scorreva nelle vene e nelle stanche membra, ed essi si sentivano felici e rincuorati come non erano mai più stati dopo la partenza da Lòrien.
Quando ebbero finito, Faramir li condusse in una nicchia in fondo alla caverna, in parte nascosta da tende, ove furono portati due sgabelli ed una sedia. Un piccolo lume in terracotta ardeva in un incavo della roccia.
« Fra poco desidererete dormire », disse, «e specialmente il buon Samvise, che si è rifiutato di chiudere occhio prima di cena… (ignoro se per paura di assopire anche la sua nobile fame, o per paura di me). Ma non fa bene alla salute dormire subito dopo mangiato, soprattutto quando si è prima digiunato a lungo. Chiacchieriamo per qualche minuto. Avrete senza dubbio molte cose da narrare a proposito del vostro viaggio da Gran Burrone in poi. E forse desiderate anche apprendere qualcosa su di noi e sulle terre ove ci troviamo adesso. Parlatemi di mio fratello Boromir, e del vecchio Mithrandir, e degli splendidi abitanti di Lòrien ».
Frodo non si sentiva più insonnolito, ed era disposto a parlare.
Tolkien. Il signore degli anelli
p. 817